In principio c’era il baratto, si potrebbe dire in tono biblico. Questo è stato lo standard per gran parte della nostra storia evolutiva, eppure anche il baratto non è stato altro che una possibile espressione della convergenza di bisogni. Da diverse necessità si giunge a uno scambio di beni che porta benefici ad entrambe le parti coinvolte. Capendo ciò diventa facile immaginare che possono esserci vari modi di ottenere questo risultato. Per esempio tra il baratto e la moneta di oggi ci sono state diverse forme intermedie di scambio attraverso oggetti che hanno assunto il valore di valute. Un’altra linea di pensiero tende a identificare il concetto di debito come elemento iniziale da tenere in considerazione per analizzare le economie moderne.
Con esso il problema dello scambio viene posticipato, richiedendo di inserire nell’equazione un elemento esterno alla trattativa, ovvero la fiducia. Proprio questo aspetto è ciò che ha condizionato in passato il declino dell’uso delle monete in quanto oggetti di valore intrinseco per i metalli che contenevano. Con il passare del tempo e maggiore estrazione di metalli, le monete potevano perdere o guadagnare enorme valore, facendo vacillare la regolamentazione degli scambi. Per aggirare il problema i tentativi sono stati numerosi. Arrivano infine in Europa le banconote, già usate in Cina da secoli (in forma limitata), e arriva l’ancoraggio della valuta all’oro, rispettivamente nel 17° e nel 19° secolo.
L’ancoraggio all’oro in Inghilterra ha cambiato il corso della storia economica. Questo evento ha definito un enorme cambiamento nel processo di identificazione del valore di un oggetto che funga da mezzo di scambio. La zecca centrale ha iniziato a dover garantire l’acquisto e la vendita di quantitativi di oro illimitati e garantirne allo stesso tempo la conversione. Le banche a loro volta vedevano la loro disponibilità di garantire credito connessa all’ammontare di riserve in oro in loro possesso. Questo “Gold Standard” entra però in crisi con la Prima Guerra Mondiale a causa dell’impatto del conflitto sui mercati e sull’impossibilità di tenere traccia in maniera efficace della corrispondenza di credito, debito e riserve d’oro. Nasce così il Gold Exchange Standard, istituito ufficialmente nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods. Si trattava di un nuovo regime monetario internazionale in cui le valute non potevano più essere convertite direttamente in oro se non dopo un passaggio con il Dollaro, rendendolo di fatto il metro di conversione. Questo regime viene infine messo da parte nel 1971 e vengono istituite così le valute fiat, non ancorate ad alcun elemento esterno né interno, se non alla fiducia nell’istituzione che si occupa del rilascio, ovvero lo stato. Si chiude così il cerchio che ci riporta al ruolo della fiducia nella valuta, per definirne il valore.
La valuta svincolata funziona quindi da mezzo di scambio e di pagamento, prevedendo perciò anche il debito, basandoci sulla fiducia che continuerà a essere accettata. La sua seconda funzione viene definita quella di essere unità di misura, uno strumento numerico, che non per forza assolve contemporaneamente la funzione di metodo di pagamento – come successo per esempio con l’Euro negli anni prima della sua introduzione ufficiale. La terza funzione della valuta riguarda invece la riserva di valore, cioè la sua capacità di poter garantire potere d’acquisto nel tempo alla pari con altri beni reali, come quelli immobiliari, o finanziari, offrendo maggiore liquidità e bassissimo rischio. Attualmente le valute esistono in due forme principali: la moneta con corso legale, come le banconote, e la moneta bancaria, come in forma di deposito. La loro somma definisce la massa monetaria complessiva.
La regolamentazione della valuta spetta alle istituzioni pubbliche, che sia uno stato o una federazione di stati. In Europa, per esempio, esiste il Sistema Monetario Europeo, entrato del tutto in vigore nel 1979. La Comunità Europea si occupa ad oggi di rilasciare le autorizzazioni per l’emissione di denaro, di determinare il potere relativo tra Euro e valute estere e di mantenere sotto controllo i tassi d’interesse, per evitare quindi anche un’eccessiva crescita dell’inflazione.